Risucchiato!

trees-698715_960_720Quasi due mesi di scuola passati. Totalmente preso dal corso degli eventi, da lezioni, scadenze, burocrazie, pianificazioni, autoformazioni, suggestioni, progetti da seguire, riunioni, verbali, consigli di classe, verifiche, quiz su Edmodo, registro elettronico, entra in classe-suona la campanella-esci dalla classe, “no, anche oggi tre ore in terza!”, un Google Calendar da riempire, un pomeriggio alla ricerca della buona idea per la lezione di domani, i compiti di realtà, le verifiche significative, il bisogno di spazi, di riflettere, di progettare, di trovare tempo per me, per pensare, per non essere inghiottito da carte e app per prof, piattaforme didattiche, spazi digitali, compiti reali, temi che aspettano di essere corretti, quella lezione fallimentare, quella – invece – che meglio non poteva andare, le ore buttate in pensieri inutili, girando intorno a lezioni che non realizzi, alla ricerca di una perfezione che non esiste.

Due mesi persi via così. Senza mai il tempo per tornare a riflettere su quello che sto facendo.

Anzi, senza riflettere proprio. Trascinato.

Una cosa su cui lavorare, però, l’ho trovata: piccoli passi. Ho capito che per starci dentro devo fare le cose poco alla volta, senza pretendere di essere perfetto: piccole liste, concrete, e un tempo massimo in cui fare tutto.

Questo anche per (ri)trovare il tempo per me, quello che in questi due mesi non ho quasi mai avuto e che, invece, è importante ritagliarsi per non saltare per aria.

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